Riflessione sul Matrimonio Cristiano a cura di Pietro Antonicelli e Filomena Scalise
Dal Vangelo di Giovanni 12,24-26
In verità, in verità vi dico: se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la sua vita la perde e chi odia la sua vita in questo mondo la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuol servire mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servo. Se uno mi serve, il Padre lo onorerà.
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Dire quel “SI” nel giorno delle Nozze somiglia a quel “cadere a terra” del “chicco di grano” di cui Gesù parla in questo passo del Vangelo di Giovanni.
In quella caduta, che rimanda all’incarnazione stessa di Cristo, c’è tutto un progetto di vita, c’è tutto il desiderio degli sposi a rendersi disponibili a portare frutto.
Ma se poi ogni giorno gli sposi non “muoiono a sé stessi”…se quotidianamente restano li a cercare di mettersi in salvo dalle piccole mortificazioni che il Matrimonio Cristiano comporta, ecco che restano soli…restiamo isolati dal coniuge, da noi stessi e da Dio.
E…il nostro frutto non nasce.
Ma quando con fede ci buttiamo tra le braccia della vita che abbiamo scelto, tra le braccia del nostro coniuge -anche quando ci fa soffrire seppur senza volerlo- tra le braccia di Dio -che ci vuole davvero bene- ecco che il Frutto di cui parla Gesù nasce.
Ed è un frutto che dura per la Vita Eterna.
Signore Gesù, donaci la Grazia di far morire il nostro orgoglio, le nostre opere cattive, il nostro ego, i nostri peccati…affinché – insieme a Te – possiamo portare i Frutti che Tu desideri!
Amen!!!
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